UMBERTO NAPOLITANO


Novità discografiche Nome : UMBERTO NAPOLITANO

Genere : Pop

Titolo del CD : Volerò

Prodotto da : Dielle records

Mail : info@diellerecords.it
Web : www.diellerecords.it

Clicca qui per ascoltare il promo   Volerò

Dopo venti anni dall'abbandono del palcoscenico musicale per opinioni differenti con la discografia massificata del tempo Umberto Napolitano ritorna a calcare la scena musicale riproponendosi con un singolo che anticipa un importante progetto musicale e culturale legato ad un progetto sulle famiglie italiane. Volerà un brano dal moderno sapore rock ma condito con un pizzico di sapienza poetica (A.L. Giugno 2011)


Biografia


FOTO E BIOGRAFIA NON PERVENUTE di esaltazione personale … ma per rispondere in qualche modo a coloro che si chiesero un giorno sul perché del mio ritiro e che ora si chiedono su quello del mio rientro. UMBERTO NAPOLITANO STORY

Sono nato nella caserma del III Bersaglieri di Brescia il 25 maggio 1947 e vissuto i primi 18 anni della mia vita tra caserme e case militari sparse per il Nord Italia. Il 26 giugno1965 a 18 anni, un mese ed un giorno, preso possesso della patente alla scuola guida, decisi di lasciare Torino, i miei genitori e l’ultimo anno di ragioneria, per intraprendere il viaggio alla conquista della metropoli musicale italiana: Milano. Avevo iniziato a calcare le scene fin da piccolo: alla Rai di Torino con Febo Conti ed Enza Sampò nella trasmissione pomeridiana “ Il circolo dei castori “e come chitarrista/cantante a 15 anni in un’orchestra da sala da ballo, tanto per ricordare le situazioni più importanti.

Ma il sogno era Milano: 20.000 lire in tasca, una Fiat 500 acquistata con i risparmi e … via all’avventura! Fui subito accolto dalle braccia paterne di Franco Nebbia, uno dei padri del cabaret milanese, confrontandomi con artisti affermati sotto la sapiente regia di un giovane ed emergente regista, quale Enrico Vaime.

Mi imposi come cantautore impegnato socialmente e fui subito notato da una casa discografica importantissima: la Jolly records. Con questa etichetta incisi il mio primo singolo da adulto (infatti da bambino, a15 anni, accompagnato dal mio papà maresciallo dell’esercito, dietro indicazione di Adriano Celentano che aveva fatto il militare nella sua caserma, approdai alla Vedette, incidendo un singolo prodotto da Gian Pieretti dal titolo “La croce di un uomo “ e “ Ti prego torna “, nascosto dietro lo pseudonimo Umberto May. Esperienza nata e morta nel volgere di un’estate ).

Il primo singolo con la Jolly conteneva due brani: “Guarda il mondo “ e “ La vita del bar” e mi presentai al grande pubblico con il nome d’arte Umberto. Il 1966 fu un anno importantissimo. Il famoso produttore Nanni Ricordi decise di accogliermi nella sua scuderia e con la canzone “Chitarre contro la guerra”, da me scritta, vinsi il premio della critica al Festival delle Rose di Roma, interpretandola insieme a Carmen Villani, e mi feci conoscere, oltre che in Italia, anche in gran parte dell’ Europa.

Cominciai, inoltre, a scrivere canzoni per altri interpreti, ma col sorgere dei primi problemi affiorarono anche i primi contrasti nella mia coscienza di artista libero. Fui preso come bandiera dei cantautori di sinistra. Mio padre fu accusato dai suoi superiori di avere un figlio comunista e minacciato di trasferimenti vari se non fosse riuscito a farmi cambiare atteggiamenti ed ideologie …

Erano altri tempi. In realtà mio padre si guardò bene dall’intromettersi nella mia vita privata ed artistica. Era un grande uomo, ancora adesso ben presente e vivo nella mia memoria e nel mio cuore, benché io abbia già da tempo virato la boa dei 60 anni. “Ma io, mi sentivo davvero un comunista o ero semplicemente un pacco sul quale avevano appiccicato frettolosamente un’etichetta? “

Avevo i miei dubbi: credevo nei valori della vita, nella fede in un Essere superiore che ci aveva creati tutti uguali, ma liberi di crescere, di evolversi, di migliorare … o di cadere. Odiavo la guerra, ma ero consapevole che una chitarra o una manifestazione pacifista non avrebbero risolto molto senza un impegno comune che avesse visto alleati uomini eterogenei, ma fratelli e uniti nello scopo. La mia bandiera era esclusivamente rossa o aveva i colori del buon senso e dell’amore?

Tutto il fermento che si muoveva nel mondo giovanile e studentesco avrebbe portato a risultati positivi o a semplici cambi di rotta per interessi superiori e difficilmente individuabili? Avrei dormito sereno la notte, consapevole di avere barattato i miei dubbi con patti politici che mi avrebbero aperto le porte del successo e dei facili guadagni? Non ero pronto e lo dissi al mio produttore che, naturalmente, mi abbandonò alle mie elucubrazioni:

prendere o lasciare!… Molti lo fecero, presero … per pentirsi poi in tempi recenti, io no! Ero un artista, un artista vero … libero, coerente e fuori mercato. E così che scrissi “Il cammino di ogni speranza”, canzone presentata al festival di Sanremo nell’edizione 1967, interpretata da Caterina Caselli e Sonny & Cher. Canzone con la quale davo l’addio al sogno della speranza nei grandi cambiamenti, speranza che si era manifestata per qualche momento per poi dileguarsi quasi subito, inesorabilmente … come purtroppo accadde qualche tempo dopo con la constatazione del fallimento di un’utopia: la rivoluzione del 68!

Ormai in contrasto con Nanni Ricordi, che ho rispettato e rispetto per l’onestà del suo credo politico, partecipai alla manifestazione “Un disco per l’estate” nel 1967 con il brano “Gioventù”, ottenendo un buon successo, ma la mia sorte era ormai segnata: niente compromessi … niente successi. Seguirono un paio d’anni di tentativi vari con etichette discografiche diverse, ma avendo abbandonato il filone della canzone sociale, mi spensi lentamente insieme alla mia creatività.

Seguirono alcuni anni, chiamiamoli, di “riflessione”. Avevo guadagnato un po’ di soldi ed i diritti SIAE mi permettevano di sopravvivere. Inoltre, cominciai a collaborare come sceneggiatore di fumetti in voga a quei tempi, con discreti successi e soddisfazioni finanziarie. Per un paio di stagioni feci pure l’impresario, collaborando con uno dei “ grandi “ di allora “Luigi Canzi”, occupandomi di “ex colleghi” di una certa caratura come Al Bano, Romina Power e Iva Zanicchi.

Nel frattempo mi ero fidanzato e sposato con la mia splendida Natalina, la quale ha condiviso con me, e continua tuttora a condividere, gioie ed apprensioni. Spinto dai genitori e dai suoceri, con la nascita del mio primogenito Pierluca, decisi di affrontare l’ultimo anno di ragioneria che avevo lasciato in stand-by ed ottenni il diploma frequentando un corso normale in una scuola pubblica di Milano, il Pietro Custodi. Avevo 27 anni ed i miei compagni 18: una differenza che non avvertimmo, legammo e … per incanto si risvegliò la mia vena poetica e musicale. Grazie al mio nuovo produttore, Silvio Crippa, fui ingaggiato dalla Warner Bros italiana, con la quale inanellai una serie di hit dal 1976 al 1979 (Ora il disco va, Oggi settembre 26, Con te ci sto, Come ti chiami, Hey musino, Amiamoci, Bimba mia), alcune delle quali interpretate da altri artisti (Senza discutere/Nomadi, Meglio Libera/Loredana Bertè, etc. ), fino a che non fondai una mia etichetta l’ “Amiamoci”, con la quale continuai con discreta fortuna fino al 1983.

Chiaramente le canzoni non erano politicamente impegnate, ma avevano un linguaggio che penetrava facilmente fra i giovani e poi … io mi divertivo a lanciare, ben sapientemente celati, messaggi che sublimemente si intrufolavano nell’anima. Come?… in modo semplice, attraverso la rappresentazione di fatti della vita di tutti i giorni. Rischiai anche di vincere un paio di Festival di San Remo con canzoni come “ Con te ci sto” “Bimba mia”, ma i giochi erano troppo ”complicati”: fui confortato da ottime vendite.

Nel 1983, dopo un successo internazionale con la canzone “Un estate d’amore”, scritta in Calabria in un villaggio turistico storico che ricordo con commozione, “Il lido degli Aranci”, vedendo che la mia vita si era ridotta ad una continua corsa tra una tournée e l’altra, e non riuscendo a trovare sbocchi “intelligenti” senza dovermi scontrare con i soliti compromessi (insomma, stufo di fare canzonette ed impossibilitato a scriverne più impegnate per i noti motivi ), ed essendo nel frattempo nata la mia secondogenita “Alessia”, e … … decisi che molto presto avrei appeso l’ugola al chiodo per dedicarmi ad attività alternative che avrei scoperto nel tempo.

Mi sono sottratto, quindi, alle sirene del revival anni ’60/’70 per un senso di rispetto per quanto di buono avevo creato nell’arco della mia carriera … dentro di me speravo sempre di poter rientrare un giorno con qualcosa di nuovo ed “intelligente”: stavo per riuscirci nel 1989 con uno degli album più belli e d’avanguardia della mia carriera, sul tema dell’ecologia, dal titolo “ … al mio caro pianeta terra”. Per uno di quei motivi strani, ma che nel mondo artistico si ripetono abbastanza frequentemente, questo album fu completamente ignorato … praticamente non uscì mai! Da qui la scelta definitiva. Smesso di cantare, ho fatto altri mestieri, spaziando dal marketing aziendale a consulenze varie. Mi sono trasferito per qualche periodo negli Stati Uniti, collaborando come corrispondente europeo per una società americana, e questo per una decina d’anni; per un altro paio residente in Francia, sempre per motivi di lavoro, ma la Francia è Europa … e la mia presenza in Italia, sempre più frequente, favorì il rientro definitivo nei patri confini all’inizio del 2010.

Ho scoperto recentemente l’importanza e la forza della rete telematica: con alcuni amici ho creato un’associazione per riunire altri amici che sentano come me l’importanza di concetti e valori vicini alla famiglia, alla nostra identità italiana e al nostro credo cristiano. Ho creato “Famiglie d’Italia” ed un blog (www.famiglieditalia.it) attraverso il quale vengono promossi comportamenti sani, ecologici ed iniziative aggregative. Mi è ripresa la voglia di scrivere canzoni, articoli, libri e, di conseguenza, … la spinta irrefrenabile di ritornare a cantare per proporre le mie iniziative in piena libertà, senza vincoli o catene di appartenenza a nessun partito politico. La mia presa di posizione non è qualunquista, bensì rappresenta la consapevolezza raggiunta con la maturità, e cioè, che ciò che contano sono i fatti e non gli slogan:

le idee sono racchiuse e vissute nell’animo di ognuno di noi … e nessuno può impedirci, crescendo, di poterle liberamente cambiare, convinti di migliorarle. “ Volerò “ è il titolo del brano col quale mi ripresento, un brano dedicato a valori che si sono persi nel tempo, specialmente in tutti quei giovani “ di un’isola e di un giorno “ (la famosa Isola di Wight di una canzone) che sognavano di cambiare il mondo e che ora questo mondo guidano con molti scheletri nell’armadio, dimentichi di tante buone intenzioni. “Volerò “ è un invito a guardarsi dentro, a ritrovare quelle speranze e quei valori capendo l’enorme differenza tra chi ama e … un’anima senza (amore ). Bene, spero di non aver ecceduto nei personalismi e di non essere caduto nel patetico: vi ho raccontato di ieri, di oggi e di domani … e di dopodomani?… ai posteri la risposta! Questo è quanto vi dovevo, ciao.

Umberto Napolitano